Quattro anni e 18
giorni dopo lo schianto sugli scogli delle Scole davanti all’isola del
Giglio, 2 anni e 4 mesi dopo l’arrivo a Genova del relitto grazie a un
capolavoro di ingegneria idraulica, l’ex nave da crociera Concordia si
sta lentamente consumando.
Quella che è stata la più grande nave della
flotta Costa è ormai a un passo dalla morte ed è divenuta simbolo,
assieme al traghetto Moby Prince sul quale morirono 141 persone nel
1991, delle grandi tragedie della marineria mercantile italiana. Le
sudice lamiere che restano a comporre il corpo in decomposizione della
Concordia attraccate in banchina nei bacini di carenaggio ubbidiranno,
come le altre, al postulato di Lavoisier che sta alla base della legge
della conservazione della massa: nulla si crea e nulla si distrugge.
Grazie al consorzio Ship Recycling, nato da un accordo tra i cantieri
navali Saipem (51%) e San Giorgio del Porto (49%), lo scheletro della
Concordia sta per essere definitivamente smontato, pezzo per pezzo, e i
componenti venduti e riciclati. Numeri strabilianti, per un’operazione
che non ha precedenti.
Duecento operatori impegnati attualmente, ma
dall’inizio del progetto si sono raggiunti picchi anche di 300 persone.
Oltre 15.600 tonnellate di materiali sono già stati rimossi, di cui la
maggior parte, circa l’80%, è stato inviato a recupero. Delle 14.500
tonnellate di materiali, circa 9 mila tonnellate sono di acciaio e
metalli.
Ottanta le aziende finora coinvolte, di cui 78 italiane. Certo,
non è ancora finita: le prossime operazioni previste sono il
completamento dell’alleggerimento fino al ponte 0, il taglio delle
strutture esterne e la resa stagna del ponte 0 che servirà per garantire
un sistema di galleggiamento alternativo una volta che gli ‘sponson’, i
grandi cassoni utilizzati per il galleggiamento del relitto, saranno
rimossi.
A quel punto quel che resta della Concordia sarà trasferito in un altro
bacino.
Un altro viaggio, e questo sarà davvero l’ultimo, per cancellare
dallo skyline del porto di Genova quell’immenso scheletro. Costa
Concordia e quello che è successo alle 21.45 del 13 gennaio 2012 resterà
però nella memoria collettiva e nella storia della marineria. La nave,
in navigazione da Civitavecchia a Savona per una crociera nel
Mediterraneo, urta il più piccolo degli scogli delle Scole, situato a
circa 500 metri dal porto dell’Isola del Giglio e subisce uno squarcio
di 70 metri nello scafo.
La nave sbanda, affonda, reclina su un fianco. 4200 persone vengono
salvate, 32 perdono la vita.
Da quel momento l’isola del Giglio diventa la platea per una tragedia incredibile e la Concordia sarcofago per 32 corpi nascosti tra le lamiere. Ne ritroveranno 30 nell’immediatezza, un altro durante le operazioni di raddrizzamento del relitto, l’ultimo a Genova quando ormai il viaggio della Costa Concordia era finito. Su quella tragedia s’innestano i processi civile e penale per l’ex comandante Francesco Schettino accusato di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave per quell’ ‘inchino’ che ha fatto finire Concordia e i suoi passeggeri su uno scoglio dell’isola del Giglio ma anche le cifre da capogiro delle assicurazioni e dei risarcimenti. S’innestano le tante storie dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime e le emozioni che, nonostante siano passati 4 anni e 18 giorni da quel disastro, non cessano di provocare dolore e rimpianto.
Fonte: ANSA