Il costo per il lavoro marittimo subirà un aumento e non soltanto per effetto dell’emergenza dovuta al Coronavirus. 

Secondo la società d'analisi Drewry, la carriera "in mare" non ha più la forza attrattiva di una volta. Al momento, c'è una carenza di ufficiali pari al 2%. La problematica non risulta ancora così evidente poiché c’è stata una forte riduzione degli spostamenti in nave, causa pandemia.

Secondo Rhett Harris, analista della società di consulenza del trasporto con sede a Londra, il periodo di crisi avrebbe peggiorato le condizioni del settore marittimo. Continue notizie sul blocco degli equipaggi e periodi lunghissimi da trascorrere in mare hanno messo a dura prova la salute mentale del personale navale.

Sarà inevitabile la richiesta di un rialzo della remunerazione dei marittimi, che si trasformerà in difficoltà per gli armatori, già stroncati da un ricavo inferiore al previsto. Tra l'altro, bisogna tener conto del fatto che gli ufficiali saranno le figure più richieste e non possono essere formati in un breve periodo, vista l'esperienza richiesta da questo tipo di ruolo.

ETF (European Transport Workers’ Federation) e ECSA (European Community Shipowners’ Association) si sono attivati, in difesa dei lavoratori del trasporto e degli armatori. Nasce così la lettera indirizzata alla Commissione Europea, con l'intento di ottenere la riapertura dei Consolati dell’area Schengen all’estero. L'esigenza dei marittimi è quella di poter ottenere i visti d'ingresso (VISA) negli Stati membri, con la possibilità di prolungare laddove sia necessario restare a bordo per un periodo più lungo.

Intanto l’IMAT-Training Centre è pronto a ripartire con i suoi corsi di formazione per i marittimi, dopo aver ricevuto l'approvazione del piano anti-Covid dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto.