La direttiva, che risale al 2017, viene applicata in Italia per effetto del Decreto Legislativo n.38 (Gazzetta Ufficiale serie generale n.135 del 27 maggio 2020). 

La disposizione è entrata in vigore lo scorso 11 giugno. Al centro, la semplificazione dei meccanismi di registrazione delle informazioni relative ai viaggiatori e delle dichiarazioni di partenza e arrivo delle navi. La normativa riguarda tutti gli stati membri della Comunità Europea.

Al momento, tutte le procedure sono gestite dal PMIS (Port Management information System), il sistema nazionale per il controllo degli spostamenti delle navi. Quest’interfaccia agisce in sincronia con il sistema informativo delle Dogane SafeSeaNet e con altri software studiati dall’Autorità di Sistema Portuale.

Con l’introduzione dell’attuale normativa, l’addetto alla registrazione dei passeggeri si occupa di dichiarare il numero di persone a bordo con il sistema PMIS, prima della partenza. Soltanto quando esplicitamente richiesto dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, il numero viene riferito tramite il sistema di identificazione automatica AIS e messo automaticamente a disposizione della Guardia Costiera.

Qualora la distanza percorsa dalla nave superi le venti miglia, alcuni dati delle persone presenti sull’imbarcazione saranno inserite nell’interfaccia unica nazionale. Sono oggetto di interesse le generalità e la nazionalità. Quando il passeggero stesso lo richiede, vengono comunicate anche eventuali cure mediche, assistenza speciale e contatto telefonico.

L’introduzione di tali modifiche è finalizzata a garantire una maggiore sicurezza ai passeggeri stessi. In caso di emergenza, infatti, l’Autorità che coordina i soccorsi avrà accesso immediato alle informazioni. Come dichiarato da una nota della Guardia Costiera, i dati personali vengono conservati dall’Amministrazione fino al termine del viaggio della nave in questione o, in caso di incidente, fino alla chiusura delle indagini.