Collegio Nazionale Capitani

L'itf ai governi: il Covid-19 non può essere una scusa. Vigilare per tutelare i marittimi

Articolo di venerdì 08 maggio 2020



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Nuovo allarme lanciato dall'Itf, relativo ai salari: “Il Covid-19 non può essere usato come una scusa per abbassare gli stipendi e le condizioni di lavoro dei marittimi”

Nel commercio i marittimi sono impegnati in un lavoro di importanza vitale, e nonostante tutto “alcune aziende stanno cercando di usare la pandemia per minare gli standard nazionali nel settore, inclusa la sostituzione degli equipaggi esistenti con i marittimi a termini e condizioni internazionali sostanzialmente inferiori a quelli nazionali”.

“La pandemia non può essere utilizzata come scusa per gli armatori, i noleggiatori o le agenzie di manning per respingere il loro obbligo di proteggere i lavoratori, le condizioni di lavoro o le norme sanitarie, di sicurezza ed economiche in un settore chiave come il trasporto marittimo. Indipendentemente dalla nazionalità di un marittimo, vanno rispettate le condizioni applicabili al commercio nazionale”.

Sono molti i marittimi che hanno dovuto scegliere tra un congedo non retribuito o rimanere a casa. “Ciò sta mettendo a dura prova i marittimi e i loro mezzi di sussistenza. Inoltre, le aziende stanno usando la pandemia per minare gli accordi di contrattazione collettiva già esistenti, questo è assolutamente inaccettabile“. 

Il presidente della Seafarers International Union of Canada e presidente della ITF Cabotage Taskforce dichiara:  “I governi nazionali devono svolgere un ruolo necessario nel garantire che le turbolenze del mercato dovute al Covid-19 non si trasformino in ingiusti licenziamenti per i marittimi o un abbattimento degli attuali salari. Ora più che mai, le rotte commerciali critiche che forniscono rifornimenti essenziali dovrebbero essere presidiate con marittimi nazionali. Usare questa pandemia come un’opportunità per erodere ulteriormente le condizioni sulle rotte dei traghetti è opportunismo nella peggiore delle ipotesi”.

L'Itf ancora afferma che le compagnie marittime che ricevono fondi governativi “hanno l’obbligo di garantire posti di lavoro ai marittimi nazionali poiché tali fondi arrivano dai soldi dei contribuenti”.

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