L'incontro a Palazzo Chigi tra i rappresentanti di Tct e il Governo è
avvenuto l'11 maggio scorso e aveva visto un preaccordo in cui Tct si
impegnava a far tornare dal 2017 il traffico container a Taranto,
accettando il programma dei lavori di adeguamento e anche la proroga di
un altro anno di cassa integrazione per i 540 addetti del terminal.
Sembra che ormai sia solo carta straccia visto che il vincolo dell'accordo era il via libera degli organi societari di Tct, che evidentemente non è arrivato e terminerà quindi la sua gestione del terminal dopo 14 anni di attività.
Le cose andavano male da tempo sembra essere la denuncia di Tct, che aveva richiesto tempi minori per tutti i lavori di adeguamento dell'infrastruttura portuale.
A peggiorare la situazione i contrasti tra i vari azionisti, divisi sulla decisione di lasciare o meno Taranto e pochi giorni fa Hutchinson, evergreen e gruppo Maneschi hanno deciso per la liquidazione della società.
Ora si apre un grande problema per le 540 famiglie, attualmente in ferie poichè la cassa integrazione è scaduta e che quindi aspettano ansiosi il vertice che si dovrebbe tenere il 17 giugno per decidere le sorti del porto.