Collegio Nazionale Capitani

Se i marittimi protestano per difendere una legge - La parola al sindaco di Torre del Greco

Articolo di lunedì 29 giugno 2015



Collegio Capitani

Al fianco dei marittimi che hanno manifestato a Roma, lo scorso 12 maggio, per chiedere maggiori controlli sull’applicazione della legge 30/98 (Registro internazionale), il sindaco di Torre del Greco Ciro Borriello (in carica da circa un anno), impegnato in prima persona nella battaglia per fare rispettare i diritti dei lavoratori marittimi in Italia.


Torre del Greco rappresenta il secondo comparto marittimo italiano (il primo è Genova) in virtù  delle sue oltre ventimila matricole. “Per questo –ha detto il sindaco Borriello- quando i marittimi hanno deciso di scendere in piazza, nella Capitale, per chiedere maggiori tutele in un settore così importante per l’economia locale e nazionale, la protesta è stata immediatamente condivisa. Ed è significativo che ai lavoratori del mare  si siano uniti non soltanto i colleghi di altre regioni, ma anche i rappresentanti delle istituzioni politiche. Parlamentari bipartisan e amministrazione comunale di Torre del Greco hanno immediatamente appoggiato l’iniziativa, promossa da sodalizi spontanei.”

Borriello, oltre a mettere a disposizione – con una colletta promossa insieme ad altri amministratori locali – un pullman, ha partecipato prima alla manifestazione e poi all’incontro con il direttore generale del ministero dei Trasporti, Enrico Maria Pujia.

Al sindaco abbiamo posto alcune domande.

Cosa si aspettano i marittimi che hanno manifestato a Roma?

“Si aspettano –risponde Ciro Borriello – che siano semplicemente rispettate le leggi. Non sono un esperto in materia, ma da quello che ascolto e raccolgo intuisco che nonostante ci siano severe norme che impongono agli armatori di navi che battono bandiera comunitaria di imbarcare un congruo numero di lavoratori dell’Ue, queste siano il più delle volte disattese. Ingiustizia  che inevitabilmente crea tensioni, contribuendo a gettare nello sconforto quei marittimi che faticano a trovare lavoro, magari dopo anni di formazione diretta, come coloro che restano lontani dalle pensione e allo stesso tempo non riescono più a imbarcare”.

Quali sono le forze, i movimenti spontanei organizzati che sono intervenuti alla manifestazione?

“La manifestazione è stata promossa da un movimento spontaneo denominato ‘Marittimi per il futuro’, guidato da Vincenzo Accardo e Michele Oliviero. Si tratta di un gruppo di lavoratori che non si riconoscono più nelle tradizionali sigle sindacali. Non entro nel merito delle loro posizioni, che possono essere più o meno condivise a seconda degli orientamenti. Di certo, nella mia città hanno un ampio consenso, basti pensare che una loro iniziativa pubblica a marzo portò in strada diverse centinaia di lavoratori, iniziativa dalla quale è poi

partita l’idea della manifestazione di maggio”.

Lei come sindaco di Torre del Greco è andato a Roma in rappresentanza di chi?

“Sarebbe facile dire dell’amministrazione comunale e quindi della mia città. Ma mi piace invece dare una chiave di lettura diversa a questa domanda, che poi rappresenta la motivazione principale della mia adesione: sono andato a Roma da uomo che rispetta le leggi e come tale ha da ridire se alcune norme vengono disattese, creando nocumento alle persone che sono chiamato a tutelare in qualità di primo cittadino”.

La protesta riguarda tutti i marittimi italiani, compresi gli ufficiali della marina mercantile?

“Sì, le rivendicazioni riguardano tutte le categorie dei lavoratori del mare, poi è ovvio che i numeri cambiano, a seconda della tipologia di lavoratori. Mi sembra però giusto che, in occasione di una rivendicazione così importante e che riguarda un intero comparto, non ci siano distinzioni tra appartenenti a diversi livelli professionali”.

Secondo lei, perché la legge sul Registro internazionale italiano non funziona?

“Forse perché, come abbiamo ribadito durante il nostro incontro con il

direttore generale del ministero Trasporti, Pujia, mancano gli adeguati controlli. Proprio su questo ci siamo battuti: se esistono delle norme, per far sì che siano applicate c’è bisogno di intensificare le procedure di verifica delle stesse. Non basta stilare una legge per essere sicuri che venga rispettata”.

L'incontro con il direttore generale del MIT ha dato risultati?

“Ci ha permesso innanzitutto di spiegare le ragioni del malcontento dei marittimi”.

Ci sarà un tavolo di lavoro tra le parti? Chi si siederà a questo tavolo e quando?

“È questo il punto fondamentale del nostro incontro: avere ottenuto la

costituzione di un tavolo di lavoro che vigili sull’applicazione delle norme che tutelano i marittimi comunitari, a iniziare proprio dal Registro internazionale. A questo tavolo, che finora non è stato convocato e che ci auguriamo possa insediarsi al più presto, dovranno sedere tutti gli attori interessati alla tutela dei marittimi: ministeri, enti vari, rappresentanti dei lavoratori e delle amministrazioni con la maggiore tradizione marinara”.

Qual è attualmente la situazione dei marittimi a Torre del Greco?

“Quella di tanti lavoratori che vantano una tradizione decennale, che oggi trovano difficoltà a imbarcare e quindi soffrono per una condizione che crea disagio a loro e alle loro famiglie”.

Come si potrebbe uscire da questa situazione di crisi? Si delineano all'orizzonte delle speranze/soluzioni?

“Non so cosa si delinea all’orizzonte. So solo che chi di dovere, in

particolare il Governo, deve fare qualcosa, e farlo con urgenza. Da parte nostra, terremo sempre alta l’attenzione e, se necessario, torneremo con i marittimi a fare sentire la nostra voce.”

fonte: Vita E Mare

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