Collegio Nazionale Capitani

La crisi è dura, Saipem svaluta le navi

Articolo di mercoledì 26 ottobre 2016



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Nuove svalutazioni di navi e di cantieri per Saipem, che nel piano 2017-2020 ne riduce il valore di libro per 2 miliardi per un contesto di mercato deteriorato e con prospettive di recupero spostate nel tempo rispetto alle precedenti ipotesi.


Anche per affrontare la crisi la società di servizi petroliferi partecipata da Eni e Cassa depositi adotta un nuovo modello organizzativo, che introduce cinque divisioni dedicate alle varie attività: costruzioni marine, perforazioni a terra, e i servizi di ingegneria ad alto valore aggiunto.

L'azienda punta a un modello più snello, efficace ed efficiente, finalizzato ad affidare ai singoli business maggiori responsabilità sul risultato.


Tra gli effetti ci sarà la riduzione di circa 800 dipendenti in Europa. Per l'ad Stefano Cao la riorganizzazione va vista anche come premessa per essere presenti e attivi in un mondo che ha paradigmi di prezzo nuovi e in cui, se si presentassero le condizioni per crescere tramite fusioni, Saipem sarà ben posizionata per giocarsela. Già nella storia aziendale le fusioni e acquisizioni sono state decisive nel settore cardine delle costruzioni marine.


Al di là dell'impatto delle svalutazioni, i conti del terzo trimestre chiudono con margine operativo rettificato in lieve rialzo a 328 milioni, e risultato netto rettificato del 27% a 60 milioni. L'andamento permette di confermare le attese reddituali per l'intero 2016, che erano di utile netto rettificato di 250 milioni dopo ricavi per 10,5 miliardi.


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